venerdì 13 novembre 2020

I Castelli di Jesi ed il suo Verdicchio


Il Verdiccio è un vitigno a bacca bianca coltivato quasi esclusivamente nelle Marche, diciamo che è un vino molto eclettico e viene prodotto generalmente in purezza, sia per vini freschi di pronta beva, che per vini più strutturati con capacità di invecchiamento, viene anche utilizzato per produrre spumanti (sia in metodo classico che Charmat) e vini passiti.
Il nome Verdicchio deriva dal colore dell’acino, che mantiene forti sfumature di verde anche in piena maturazione, il vitigno è un autoctono delle Marche e le sue origini risalgono fino al XVI secolo, il Verdicchio dei Castelli di Jesi, si distingue molto facilmente per la sua bottiglia esclusiva e molto particolare a forma di anfora, questa fu disegnata negli anni 50 dall’Architetto Maiocchi, per valorizzare oltre al vino anche la sinuosità e la bellezza della Regione Marche.
Una Regione veramente molto bella e caratteristica, con una grande cultura Enogastronomica, dove hanno vissuto Artisti e Studiosi di fama internazionale come:  Raffaello Sanzio, uno dei maggiori pittori del Rinascimento, Giocchino Rossini e Giovanni Battista Pergolesi, musicisti e compositori di grande fama internazionale, Giacomo Leopardi, uno dei più grandi poeti dell’Ottocento italiano, Maria Montessori, nota per il suo rivoluzionario metodo didattico e molti altri ancora.
Maestose e ben conservate sono le mura che circondano la città di Jesi, infatti L’Unesco ha dichiarato Jesi Città Esemplare, grazie alla grande capacità dimostrata nel preservare l’importante patrimonio architettonico, artistico e culturale, mentre nei dintorni di Jesi si trovano graziosissimi borghi, presso cui sono situati i bellissimi Castelli, come il borgo di Cingoli e Apiro.
Il Verdicchio in questione è prodotto dalla Cantina Moncaro, una Società Cooperativa fondata nel 1964 a Montecarotto (Ancona) da cui prende il nome, una delle prime nella zona a sperimentare la coltivazione biologica secondo le direttive CEE, diventata poi negli anni sempre più grande grazie all’acquisizione di altre Cantine come: Cantina del Conero (1995), oggi con il nome Terre Cortesi e la Cantina Acquaviva Picena (1999).
Nel 2000 riceve i primi “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso e successivamente nel 2003 Il Verdicchio Passito, vince il Trophy all’International Wine Challenge di Londra, considerato il campionato mondiale dei vini, anche il Verdicchio dei Castelli di Jesi nel 2010 e 2011 vince tre prestigiosi premi a livello mondiale, nell’International Wine & Spirit Competition a Londra e il Decanter World Wine Awards.


Il brano che ho scelto per l’abbinamento musicale, è una canzone di Phil Collins “I Wish It Would Rain Down”, uno dei suoi maggiori successi in collaborazione con Eric Clapton alla chitarra, introduzione molto intensa data dalla batteria e l’improvvisazione della chitarra elettrica, che fin da subito sottolinea le note fruttate aggrumate come il pompelmo, i cori vocali di sottofondo sempre presenti in tutto il pezzo, esaltano il corpo del vino rotondo ed armonico, mentre la voce solista del cantante enfatizza con i suoi acuti graffiati, gradevoli sensazioni in bocca di freschezza, date dalle note minerali ed acide del vino sempre in un giusto equilibrio tra loro, mentre la chitarra elettrica in contrappunto con il cantante, fa emergere dal fondo note amarognole di biancospino, acacia e sambuco, il finale vocalizzato dal coro in un lungo diminuendo dinamico, esalta una giusta ed equilibrata sensazione di persistenza in bocca.
Un vino da gustare insieme a piatti molto aromatici come un tagliolino al tartufo per esempio, o in un delicatissimo carpaccio di manzo sempre condito con tartufo e parmigiano, mentre in un abbinamento musicale come questo, consiglio di degustarlo in una bella giornata di sole fuori all’aperto magari in ottima compagnia.

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