venerdì 31 luglio 2020

Il Principe dei Syrah


Un Vino Rosso veramente unico nel suo genere, un vitigno magico di origini molto antiche, di cui si dice provenga dall'antica Persia (attuale Iran), precisamente dalla città Shiraz da cui prende il nome, dove trova una sua posizione di vera eccellenza in una città bellissima come Cortona in Toscana, dove molte cantine lo vinificano ed imbottigliano in purezza, preservandone ogni caratteristica ed esaltandone al massimo ogni suo sentore, creando una Doc famosa in tutto il Mondo.
Recentemente ho fatto un viaggio con l'Associazione Culturale "Bacco Per Bacco Italia" in questo bellissimo luogo, dove storia, cultura, bellezza e passione per il vino, riescono ad emozionare chiunque visiti questo posto, ospitalità è la parola magica mentre professionalità è la regola che fa la differenza, inutile parlare della bellezza paesaggistica e storica di questo città, invito sempre tutti quanti a visitare di persona le città che io cito nei miei post, anche perchè le emozioni che proviamo nel viaggiare, sono uniche e non possiamo purtroppo descriverle con semplici parole.
Poggio Sorbello, un'Azienda Agricola a conduzione familiare, situata sulle colline tra Cortona e Montepulciano, di cui si tramanda la passione per il vino e la natura di generazione in generazione fin dai primi anni del 1900, dove oltre che all'ottimo vino, si coltivano cereali e legumi tipici del territorio, contando ben 15 tipologie diverse, tra cui il Fagiolo Zolfino, Fagiolina del Trasimeno, il Fagiolo Etrusco, lo Zafferano e l'Aglione.
Precisione, bellezza ed armonia, sono le sensazioni che proviamo appena arriviamo in questo posto, dove niente è al caso e tutto quanto è in funzione alla produttività ed all'armonia con l'ambiente circostante, mentre la professionalità del personale ci fa sentire da subito come a casa nostra, donandoci cordialità e disponibilità nel trasmetterci la loro passione e continuità nel loro lavoro, come la preservazione delle tradizioni enogastronomiche del luogo.


Il Vino in questione che ho scelto per la degustazione sonora, non poteva che essere il Syrah in purezza di loro produzione, un vino veramente intenso, di corpo, con una alcolicità importante e sentori che non lasciano dubbi fin dal primo sorso.
Il brano musicale che ho scelto per l'abbinamento è una canzone di Noora Noor - "Forget what I said", un brano Soul di grande intensità come il vino in questione, la grande trama ritmica molto calda, esalta la corposità del vino con i suoi tannini vellutati ed il grande calore alcolico, la chitarra elettrica nell'introduzione sottolinea da subito i sentori speziati di pepe bianco e sensazioni vegetali molto fresche, mentre la voce della cantante morbida e sensuale, ci richiama al palato sentori di ribes  e lampone esplodendo poi in sensazioni di cacao dolce e tabacco, il finale dopo il solo di chitarra molto trascinante, ne richiama le sensazioni vellutate del tannino mai allappante, in una persistenza in bocca molto lunga ed intensa, donandoci rotondità ritmica e melodie intense.
Un abbinamento molto accattivante e ricco di emozioni e calore armonico, sicuramente da degustare con calma in una fredda giornata invernale, quando la nostra mente ha bisogno di calore e tranquillità, alla ricerca di lentezza e meditazione per il nostro corpo.
Buon Syrah a tutti quanti e non dimenticate la cosa più importante, di degustarlo direttamente a Cortona.


venerdì 24 luglio 2020

Uno Champagne tutto Nero


Oggi vi voglio parlare di uno Champagne che ho avuto il piacere di assaggiare durante un Master dedicato alle Bollicine Francesi ed Italiane, tutto nero perchè lo Champagne in questione è prodotto  esclusivamente con uve di Pinot Noir in purezza.
Partiamo dal luogo di origine di questo vino, Puisieulx un minuscolo borgo con poco meno di 400 abitanti, situato in uno dei 17 celebrati Village Grand Cru dello Champagne, un piccolo fazzoletto di terra con soli 18 ettari di vigna all'attivo, stretto tra altri nomi celebri della Montagne de Reims quali, Verzenay, Ludes, Mailly e Sillery.
Francois Chaumont è il Vigneron Recoltant più importante del suo comune, con i suoi 5,5 ettari di vigneto in prevalenza di Pinot Noir, di cui vanta la produzione dell'unico mono-grand-cru in questo comune.
Questa è un'Azienda a gestione familiare, che produce poco più di 9000 bottiglie l'anno di altissima qualità, con grande attenzione al biologico di cui Francois è grande sostenitore, selezionando le migliori uve durante la vendemmia e maniacale attenzione alla vinificazione, il vino in questione è un Pinot Noir in purezza, di cui Cuveé di base con l'80% di vino dell'annata e 20% di Vin de Reserve frutto delle vendemmie precedenti, con una sosta sui lieviti per circa 36 mesi e dosaggio finale di zuccheri alla sboccatura  molto contenuto di 6 gr./litro.


Uno Champagne di grande piacevolezza, mai banale e con una grande spalla, caratterizzato da un perlage finissimo e persistente, al naso ed in bocca si sentono da subito le note di frutta rossa come prugne e ciliege, proseguendo in sensazioni di forte mineralità, che caratterizzano il Terroir di origine del vino (molto gessoso).
Il brano musicale che ho scelto per l'abbinamento musicale, è uno standard Jazz molto famoso, "My Favorite things di John Coltrane (ft. Robyn Adele Anderson), l'introduzione del brano a voce e pianoforte molto delicata ma anche decisa come i sentori fruttati del vino, il ritmo incalzante della batteria e del contrabbasso ne definiscono il perlage finissimo e persistente, mentre le note ribattute del pianoforte sempre presente, esplodono con grande piacevolezza sulla nostra lingua, la tromba suonata in sordina esalta la grande mineralità del vino, mentre tutte le sonorità convergono in una grande armonia ritmica sottolineando la piacevolezza dei sentori molto equilibrati, il finale è esplosivo di grande virtuosismo e con una giusta persistenza nella nostra testa.
Una degustazione sonora di grande carattere e piacevolezza, ottima per ogni occasione ma sicuramente da fare in compagnia di tanti amici, condividendo un momento molto esaltante e piacevole della giornata.

martedì 14 luglio 2020

Armonia tra Gusto e Udito


Un interessante articolo tratto dal sito Web: WINESOMMELIER.IT, scritto da Serafina Scirica, il 27 Aprile 2020, dove specifica attraverso numerosi studi scientifici, l'interazione sensoriale tra Musica e Vino.
Nei manuali di degustazione, si guida il lettore ad una corretta analisi sul vino approfondendone gli aspetti relativi alla coltura, al clima, alle proprietà organolettiche, alla scelta dei calici, alle caratteristiche contestuali quali temperatura, umidità, luce etc. Allo stesso modo, viene posta l’ attenzione sul giusto approccio che il sommelier deve avere in sede di degustazione: ad esempio, è noto considerare influente il profumo che si indossa o l’esser un fumatore, non esserlo o esser un fumatore occasionale.
Una corretta esperienza degustativa, che renda giustizia alla bottiglia appena stappata, prevede che a monte il sommelier, a dispetto di un neofita curioso, abbia delle conoscenze teoriche e tecniche e possegga un corretto linguaggio espresso tramite l’utilizzo di una discreta lista di aggettivi delle quali si serve per veicolare l’informazione. Gli indicatori che permettono di etichettare un vino in termini di tannicità, corposità, fruttato, acidità etc. sono conseguenti ad un’accurata analisi sensoriale che vede nella vista il primo approccio: si va perciò dall’analisi dell’etichetta, al colore, agli archetti etc.; si prosegue con l’analisi olfattiva ed in seguito gustativa.
È quindi un’esperienza graduale, step by step, finalizzata alla restituzione delle caratteristiche intrinseche e globali del vino mediate dall’uso di un linguaggio convenzionale, riconoscibile ma ricercato allo stesso tempo.
L’esperienza sensoriale permette l’integrazione di una moltitudine di elementi che insieme creano una “gestalt”, una “forma”. Certamente la valutazione è attenta, ragionata e consapevole ma talvolta accade, in maniera poco riconoscibile a noi stessi, che certe influenze esterne possano addentrarsi all’ interno dell’esperienza percettiva, modificandola.
Secondo alcune ricerche, che si parli di un sommelier o di un degustatore per passione, nessuno è esente da distorsioni percettive e se si può argomentare di una “gestalt vista-olfatto-gusto” poco si legge di una stretta relazione tra vino ed udito. A parer mio, l’udito da un importante e – oso nel dirlo – sensuale rimando: il momento in cui si versa il primo bicchiere di vino è il momento in cui esso sta finalmente comunicando cosa ha nascosto in sè per tutto il tempo dell’imbottigliamento. Una visione romantica!
Ma adesso, però, proviamo a rispondere alla seguente domanda:

“In che modo l’udito può partecipare alla valutazione percettiva in egual misura agli altri sensi?”

Se intendiamo l’analisi delle proprietà organolettiche un processo deduttivo che dalle singole caratteristiche restituisce un giudizio più amplio, si opera secondo un processo di “attenzione selettiva” delle singole componenti sensoriali certamente diverse tra loro (visive-olfattive-gustative). In particolare, se pensiamo all’ associazione gusto-udito si opera secondo un “processo crossmodale” che consiste nell’ abbinare gli stessi attributi (es. la dolcezza) a due stimoli differenti attraverso un processo di integrazione multisensoriale.
Prima di spiegarvi il concetto tramite due ricerche (una del 2015 ed una più recente del 2018) vorrei spiegarvi meglio questo meccanismo attraverso un altro esperimento nella speranza di rendere il concetto ancora più comprensibile. Tale esperimento vi spiegherà cosa si intende per crossmodalità attraverso l’analisi dell’integrazione della modalità lessicale con una percezione sensoriale che si avvicina, secondo una mia personalissima interpretazione, ad un esperienza sensoriale di tipo tattile.  Avete mai sentito parlare dell’effetto “Bouba-Kiki”?
Vi pongo qui due immagini: a quale delle due attribuireste il nome “bouba” ed a quale”kiki”?
Kiki e Bouba
È una mappatura non arbitraria tra suoni e forme. Nell’esperimento è stato chiesto ai partecipanti di associare ad ognuna delle due parole la forma “tondeggiante” o “frastagliata”. Le due parole erano prive di qualsiasi significato semantico ed il principio di base che sottostà a questo meccanismo è la tendenza del cervello umano ad attribuire significati astratti a forme e suoni in modo congruo: a livello fonetico, la parola “bouba” sembra rimandare ad una forma arrotondata delle labbra nell’ esecuzione della parola ed allo stesso modo “kiki” sembra rimandare alla forma più tesa e angolare della bocca.
Dopo questo breve esempio, vorrei nuovamente riportare la vostra attenzione sulla crossmodalità “gusto e suono”. Nelle ricerche che vi presenterò, si è voluto indagare in che misura la musica può influenzare la valutazione durante la degustazione e se l’influenza è più o meno impattante a seconda che il bevitore sia un “bevitore sociale” o un sommelier con un certo grado di expertise: in questa ultima condizione, si suppone che la padronanza di un certo linguaggio permetta più facilmente la capacità di discernimento diminuendo l’effetto distrattore di stimoli esterni, in questo caso la musica.

Un’ elaborazione cognitiva più sofisticata può sovrastare l’effetto dell’influenza della musica?

Congruenza musicale e vino
Al fine, quindi, di spiegare la relazione vino-musica, vi illustrerò la prima ricerca (2015). Per il protocollo sperimentale sono stati scelti due vini: Il vino bianco era un Marcel Martin Sauvignon Blanc 2013, proveniente dalla Valle della Loira in Francia. Ha note di erba, agrumi e uva spina, corpo leggero e alta acidità. Il vino rosso era un Para Dos Malbec 2013, proveniente da Mendoza, in Argentina. Ha note di frutta nera, quercia e vaniglia, corpo medio, acidità media e tannini morbidi. I vini erano stati selezionati per esser diversi tra loro al fine di facilitare l’abbinamento musicale. La musica selezionata era musica classica e nello specifico sono stati scelti il Jardin Sous la Pluie di Debussy , a circa 150 battiti al minuto, un assolo di pianoforte virtuoso con passaggi veloci ed è stato scelto per abbinarlo al vino bianco, poiché secondo una precedente ricerca del 2011, il tempo e il tono alti si sono dimostrati associati ad un gusto aspro e ai sapori di agrumi.
Il secondo brano musicale era Vocalise di Rachmaninoff, un duetto di piano e violoncello suonato a tempo lento di circa 80 battiti al minuto. Questo pezzo è stato abbinato al vino rosso, poiché note più legate e una melodia più morbida sono state entrambe abbinate, secondo precedenti ricerche, a sapori dolci e corpo pieno.
La degustazione è avvenuta accostando sia il vino bianco che il vino rosso ad ognuno dei due brani: quindi il vino bianco sarà degustato sia con Debussy (eseguito per primo) e successivamente anche con Rachmaninoff (eseguito per secondo) e lo stesso verrà fatto con il vino rosso. Parleremo di accostamenti “congrui” se, in base alla descrizione precedente, il vino bianco sarà accostato Debussy ed il vino rosso a Rachmaninoff ed accostamenti “incongrui” se verranno invertiti. Per ogni brano o abbinamento di vini, ai partecipanti è stato chiesto di compilare un modulo di valutazione con scale relative a quanto secondo loro il vino potesse corrispondere alla musica in termini di fruttato, acidità, ai tannini, ricchezza, complessità, al tempo di permanenza del sapore in bocca e alla piacevolezza del vino.
I risultati del presente studio dimostrano che i partecipanti hanno subito l’influenza della musica nella valutazione del vino bianco e vino rosso definendoli secondo una certa gradazione di acidità o fruttato in base alla variazione della musica che li accompagnavaentrambi i vini rosso e bianco assaggiati mentre ascoltavano il pezzo di Rachmaninoff erano significativamente più fruttati  ed entrambi i vini rosso e bianco erano percepiti più acidi se accompagnati da Debussy .
Quanto descritto, spiega perfettamente il meccanismo della crossmodalità che può esser spiegato dall’apprendimento associativo derivato probabilmente da esperienze precedenti di accostamenti simili.

ARMONIA e TEMPO, ACIDITA’ e DOLCEZZA

Un modo per spiegare l’associazione che è stata osservata nel presente studio tra il pezzo di Debussy e l’acidità del vino potrebbe essere spiegata attraverso la corrispondenza crossmodale tra acuto e acidità o tra tempo veloce e acidità.  Allo stesso modo, l’associazione tra il pezzo di Rachmaninoff e il fruttato potrebbe essere spiegata da una corrispondenza tra musicalità armonica o tra tempo lento e dolcezza (per apprendimento associativo, la “dolcezza” si fa corrispondere spesso al “fruttato”).

IL SUONO “DISSONANTE”

L’ associazione tra fruttato (piacevole) e acido (spiacevole) relativamente a Rachmaninoff e Debussy è interpretabile in termini di melodia e scelta delle note suonate durante l’esecuzione. Questo ha a che fare con la componente edonistica del piacere: una musica quale quella di Debussy è più caratterizzata da dissonanze a differenza di quella di Rachmaninoff.
Per spiegar meglio il concetto illustrato nell’ articolo, vorrei aprire una piccola parentesi per semplificare più possibile la relazione tra “dissonanza e spiacevolezza”.  Il meccanismo che sottostà alla “spiacevolezza nella dissonanza” si spiega con un’incapacità del cervello di prevedere la nota o la melodia successiva perché ciò che è imprevisto, di norma, non arreca piacere in quanto sconosciuto. A livello cerebrale, nei momenti che precedono la ricompensa, il nostro cervello inizia a scaricare dopamina ancor prima della ricompensa stessa e dalla quale scaturirà una sensazione di piacevolezza (intendiamo la “piacevolezza” in termini di prevedibilità dell’associazione di un’ azione con una specifica conseguenza,  in seguito all’ apprendimento per esperienze pregresse). Nel caso in cui, il nostro cervello non ha la capacità di prevedere perché NON conosce l’esito, esso non rilascerà dopamina per cui non esperirà alcun senso di piacevolezza ma solo un’attesa di qualcosa di ancora sconosciuto.
Nella ricerca, si pone l’accento su l’utilizzo di  accordi dissonanti nei brani di Debussy rispetto a Rachmaninoff; infatti, accostando il vino alla musica dissonante ed imprevedibile di Debussy  i partecipanti hanno percepito acido (spiacevolezza) il  vino, così al contrario  la musica con note facilmente prevedibili, ha influenzato la valutazione attribuendo al vino la caratteristica di “fruttato” (piacevole).

COMPONENTE DEL COLORE

Un altro effetto della crossmodalità che può rientrare nel meccanismo di piacevolezza/spiacevolezza è la componente visiva del colore. Ai partecipanti è stato distribuito un calice di vino trasparente che permetteva loro di vedere il colore del vino. E’ stato dimostrato in una ricerca del 2013 che i colori chiari sono associati al tempo veloce ed i colori scuri al tempo lento ed ecco che, proprio come dimostrato nella summenzionata ricerca del 2015, il vino bianco è stato abbinato a Debussy ed il vino rosso a Rachmaninoff.

COMPONENTE TEMPORALE

Avete riflettuto sul fatto che in tutto il tempo trascorso durante le esecuzioni di entrambi i brani il vino… ha decantato?
Da questo si può supporre che la percezione di minore acidità accostata a Rachmaninoff potrebbe esser correlata al tempo che il vino ha avuto per decantare in quanto il brano è stato eseguito per secondo.  Di contro, se la percezione del fruttato aumenta con il passare del tempo, ecco che il vino accostato sempre a Rachmaninoff è stato percepito più “fruttato”.
In generale, i risultati del presente studio dimostrano l’esistenza di abbinamenti intermodali tra musica e vino, nonché l’impatto della musica sulla modulazione dell’esperienza del bere il vino.
Un secondo studio del 2018 si aggiunge a questa scoperta ed introduce un’ulteriore variabile: il grado expertise del sommelier come filtro per limitare l’influenza della musica sull’ esperienza sensoriale.
Secondo una ricerca del 1998, i soggetti che non dispongono di strumenti conoscitivi del mestiere tendono ad esser influenzati maggiormente dalle informazioni che provengono dall’ esterno. All’ opposto, essendo l’esperienza degustativa molto complessa, ci si potrebbe aspettare che i sommelier non siano così facilmente influenzabili in quanto dotati di un bagaglio lessicale e semantico amplio.
 Quanto può, quindi, il grado di expertise limitare l’influenza che la musica ha sulla degustazione?
Correlazione tra la musica ed il vino
Nella suddetta ricerca, la scelta della musica è stata orientata verso un montaggio casuale di differenti brani con un corpo poco strutturato, poco armonico e con numerosi stacchi ed un altro, invece, più armonioso e compatta. I vini selezionati erano due Chardonnay dell’Ontario (Canada):  Tawse Quarry Road Organic Chardonnay 2012 ed un Speck Family Reserve Chardonnay 2013. Entrambi i vini erano di color limone chiaro. Presentavano acidità fresca, alcool medio (13%) ed erano stati invecchiati in botti di rovere francese.  La metà dei partecipanti ha assaggiato il Quarry Road Chardonnay accompagnati dal montaggio di brani poco armonici e poco strutturati e lo Speck Family Chardonnay era, invece, accompagnata dalla seconda tipologia di brani scelta, quella armoniosa e compatta.
L’idea di base è che la formazione migliora la capacità di discriminazione dei sapori rendendo ipotizzabile che i sommelier siano più capaci di individuare eventuali sottili cambiamenti nell’esperienza di degustazione, risultanti dal modo in cui la musica cambia il focus della loro attenzione. La competenza sul vino potrebbe quindi fungere da moderatore nel modo in cui le persone percepiscono le corrispondenze del gusto e del suono.
Per indagare meglio il fenomeno sono stati condotti numerosi studi di neuroimaging (tecniche che permettono di tracciare la struttura e la funzionalità cerebrale in condizioni di riposo o durante l’esecuzione di attività) allo scopo di individuare l’influenza delle competenze sull’integrazione multisensoriale nella valutazione del vino.
Brodmann da Netter
I sommelier attivano quelle regioni del cervello che sono coinvolte in processi cognitivi di alto livello (al livello della corteccia dorsolaterale prefrontale, come si può osservare dalla foto) come la memoria di lavoro (la capacità di “lavorare” con le informazioni in entrata nel momento stesso in cui si sta elaborando un pensiero ed un piano d’azione) e le strategie comportamentali quando assaggiano il vino, a differenza dei neofiti, che attivano maggiormente la corteccia gustativa primaria (posta lateralmente a livello più profondo) e le aree di elaborazione emotiva anch’ esser poste più in profondità.
In uno studio di follow-up del 2014 incentrato sull’effetto della competenza durante le diverse fasi della degustazione, durante e dopo la degustazione, è stato osservato che i sommelier hanno attivato le regioni cerebrali responsabili per l’integrazione sensoriale immediatamente durante la fase di degustazione del vino, mentre per i partecipanti al controllo sono stati attivati ​​solo successivamente la fase di degustazione. Questo risultato implica che i primi, sono in grado di analizzare le proprietà sensoriali del vino in modo più efficiente rispetto ai partecipanti con basso grado di exertise.
Per concludere, è giusto precisare che i risultati non hanno confermato l’ipotesi iniziale. L’effetto della musica sulla percezione influenza anche i sommelier (anche con anni di esperienza) suggerendo che maggiori capacità analitiche offerte dalla tradizionale esperienza di degustazione di vini non sono esenti da eventuali distorsioni percettive in merito.
Foto Copyright | Atlante di Neuroscienze Netter, 2016

mercoledì 8 luglio 2020

Un Francese di Carattere


Il Vino è sempre una nuova scoperta, personalmente lo paragono alla Musica in tutti i suoi aspetti, dal momento dell'ispirazione iniziale (la Vendemmia), alla composizione ed arrangiamento (la vinificazione e l'affinamento in cantina), fino al momento dell'esecuzione in pubblico e la registrazione (la degustazione e la vendita del prodotto).
Per questo motivo questi due infiniti mondi hanno molto in comune, la passione ed il duro lavoro, l'idea e la capacità di sperimentare nuove emozioni, la ricerca di nuovi colori, sapori, profumi e sensazioni, creando qualcosa di veramente nuovo ed unico nel suo genere.
Questo è uno di quei vini che riescono a sorprenderti non tanto per le caratteristiche organolettiche in se stesse, ma in quanto ti aspetti determinati sentori essendo uno Chardonnay, ed invece esplode in bocca come una canzone Grunge che lascia il segno nella storia della musica.
Domaine Cariven una cantina a conduzione familiare da generazioni nel cuore di Pomas, una piccola cittadina di soli 771 abitanti, situata nel dipartimento dell'Aude, nella regione dell'Occitania a 15 km da Carcassonne e 100 km da Toulouse nel sud-ovest della Francia.
Un luogo caratterizzato da un magico microclima influenzato dalla vicinanza del mar mediterraneo e dei monti Pirenei, che da modo a vitigni meravigliosi come: Chardonnay, Merlot, Syrah, Gewurztraminer di crescere in piena armonia esprimendo il loro massimo.
Personalmente non ho avuto ancora l'occasione di visitare la Cantina, il vino mi è stato portato da un mio amico durante un suo viaggio in Francia ed anche lui come me, ne è rimasto molto colpito per la sua intensità sia del colore (giallo dorato), che per i suoi profumi molto intensi ed aromatici, in una esplosione in bocca di bouquet floreali molto intensi non comuni per questo tipo di uvaggio, famoso si per la sua aromaticità, ma anche per eleganza, finezza ed equilibrio.


Il brano musicale che ho deciso di abbinare al vino come vi ho già anticipato, è un pezzo molto famoso di musica Grunge degli anni 90, "Creep" dei Radiohead, fin dal primo sorso non ho avuto dubbi su questo abbinamento, perchè dall'armonia iniziale molto lenta e quasi malinconica, riusciamo a percepire e caratterizzare la delicatezza dello Chardonnay, ma quando inizia il ritornello con la chitarra elettrica distorta, l'esplosione molto forte in bocca di tutti i suoi aromi e profumi, sconvolgono le nostre aspettative, trasportandoci in un'altra dimensione, per poi ritornare nella strofa con molta delicatezza, nel secondo ritornello ritorna la chitarra distorta come un'onda che ci travolge in tutti i suoi sentori di miele, vaniglia e frutti tropicali, il cantante passa da un falsettato esaltando la giusta acidità, fino all'acuto finale molto potente ed intenso, non lasciando nessun dubbio sulla corposità e l'intensità di questo vino, in un finale delicato ma anche molto deciso e persistente.
Sicuramente un vino che lo si ama o lo si odia come la canzone in questione, consiglio di fare questo abbinamento in un momento di completa riflessione, dove energia ed emozione riescono ad invadere il nostro corpo, dando vita a nuove emozioni ed idee per un presente sempre più presente.


mercoledì 1 luglio 2020

Le Temperature di Servizio dei Vini


Quante volte vi sarà capitato di andare a mangiare in un ristorante in piena estate, ordinare un buon vino rosso e berlo a temperatura ambiente (30°C), perché conservato su dei semplici scaffali e non in apposite cantine o celle refrigerate, questa è una cosa molto disdicevole soprattutto se ordino una bottiglia di un certo prestigio e costo.
La temperatura di servizio di un vino è importantissima, per poterne apprezzare pienamente i suoi profumi, aromi ed alcolicità, che tendenzialmente aumentano sgradevolmente di pari passo con l'innalzamento della temperatura del vino, alterando le percezioni sensoriali e creando sgradevoli sensazioni all'interno della nostra bocca.
Ogni ristorante che si rispetti deve conservare i vini in luoghi appropriati, con temperature costanti durante tutto l'anno (anche per una buona conservazione del prodotto stesso negli anni), preferibilmente in una cantina o se non disponibile in cantinette refrigerate, poichè la temperatura svolge una funzione fondamentale, quella di rinforzare alcune caratteristiche organolettiche ed attenuare delle altre, una temperatura tendenzialmente più calda, aumenta la sensibilità delle papille gustative verso sensazioni come corposità, morbidezza ed alcol, mentre una temperatura più fredda accentua la freschezza e l'acidità del vino attenuando la sensazione alcolica.


Come potete vedere nella tabella sovrastante, ecco tutte le temperature di servizio dei vini divise per categorie, andiamo ad analizzarla punto per punto, specificando ogni dettaglio:
I Vini Spumanti, per spumanti intendiamo tutti i vini con le bollicine (escluso il Lambrusco che va servito tra i 14-16°C), come Prosecco, Trento Doc metodo classico, Franciacorta e Champagne, ma anche il Moscato Dolce che vanno serviti molto freddi intorno ad i 6-8°C per poterne esaltare in pieno la loro freschezza ed acidità.
I Vini Bianchi secchi giovani, affinati in acciaio che vanno bevuti entro pochi mesi dall'imbottigliamento, vanno serviti a 8-10°C, mentre i Vini Bianchi strutturati con un affinamento più lungo anche in legno, intorno ad i 10-12°C, avendo sentori più evoluti serve una temperatura più alta per poter degustare a pieno tutte le loro caratteristiche.
I Vini Rosati vanno serviti ad una temperatura di 12-14°C, avendo sentori freschi e floreali come i vini bianchi, ma con una struttura più importante come i vini rossi giovani.
I Vini Rossi li possiamo dividere in tre categorie:
I Vini Rossi Giovani, dove si apprezza la vinosità e le note floreali di frutta fresca, tra i 14-16°C,  i Vini Rossi di media struttura ed affinamento, caratterizzati da strutture tanniche giovani e non troppo imponenti serviti tra i 16-18°C, mentre i Vini Rossi importanti molto evoluti, di grande struttura tannica ed invecchiamento, serviti tra i 18-20°C, per gustarne a pieno tutti i sentori e profumi che riescono ad esprimere, compresa la tannicità e l'alcolicità del vino.
I Vini Passiti ed i Vini Dolci, riescono ad esprimere al massimo le loro caratteristiche organolettiche tra i 12-14°C, chiaramente rispettando questa tabella, l'esperienza gustativa sarà sicuramente molto esaltante, quindi non vi peritate al ristorante di rimandare indietro una bottiglia fuori temperatura, ed assicuratevi quando vi servono un vino bianco o rosato, di farvi portare un secchiello per il ghiaccio o in alternativa una fascetta ghiacciata, per mantenere costante la temperatura della bottiglia durante il vostro pasto.


Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2024

  Abbiamo visitato, degustato e goduto di questa meravigliosa città in un viaggio nel 2018 con la nostra Associazione Culturale "Bacco ...