giovedì 30 aprile 2020

Abbinamento Pizza, Vino e Musica


Oggi voglio affrontare un discorso molto complesso, l'abbinamento del giusto vino alla Pizza, che visto le varietà e complessità strutturali date dai numerosi e vari ingredienti di cui può essere composta questa meravigliosa pietanza, non sarà un compito molto facile, soprattutto volendo abbinare anche la giusta Musica.
Iniziamo col dire che in passato ho quasi sempre abbinato questo alimento con la Birra, che a livello di esaltazioni di sapori, è uno dei migliori abbinamenti da poter fare anche a livello economico, ma arrivato ad una certa età e sviluppata una certa conoscenza enologica, preferisco di gran lunga abbinarla ad un buon Vino, visto anche la sgradevole sensazione di gonfiore che produce all'interno della nostra pancia, data dalla reazione dei lieviti da entrambe le parti rallentandone la digestione.
In realtà ci sono alcune regole fondamentali da rispettare per un giusto abbinamento, la prima regola è quella di evitare Vini troppo Tannici, perchè la pizza non è un alimento particolarmente idradato, ed il tannino provoca all'interno della nostra bocca una sensazione di astringenza, provocata dal blocco della salivazione.
 la seconda regola fondamentale è la scelta fra Pizza rossa o bianca, nella rossa abbiamo come ingrediente di base il pomodoro che ha una componente acida e fresca, che non deve essere esasperata da vini con una acidità troppo esuberante, annientando entrambi i sapori, quindi la scelta si basa su vini bianchi, rosati o rossi di media struttura.
Nella Pizza bianca al contrario, se condita con formaggi grassi, si presta a vini bianchi o bollicine con una maggiore acidità e freschezza aromatica, in modo da ammortizzare la grassezza degli ingredienti.
Altra cosa da valutare è il condimento da cui è composta, Pizze con condimenti delicati si abbinano con Vini più immediati e verticali, con morbidezze ed aromaticità semplici, per non sovrastare mai i sapori, mentre Pizze con una farcitura di maggiore incisività, si accompagnano bene a Vini più strutturati ed evoluti.
La Pizza fritta si abbina bene con vini spumanti, visto la capacità che hanno di ripulire la bocca dai grassi della frittura grazie alla presenza della CO2, che dona un effetto sgrassante.
Naturalmente la scelta della Musica come abbinamento, è molto legata alle caratteristiche organolettiche del vino, ma in un contesto spensierato di un piatto straordinario come la Pizza, certamente influisce molto sulla scelta di musiche non troppo impegnative o con strutture armoniche complesse, magari più adatte a degustazioni da riflessione.


Facciamo alcuni esempi di abbinamento con le Pizze più classiche:
Pizza Margherita, Vino, Greco di Tufo / Vermentino di Gallura / Verdicchio Castelli di Jesi,
Musica, Georges Brassens - "Je me suis fait tout petit".
Pizza quattro formaggi bianca, Vini bianchi fermi del Collio o Trentino Alto Adige, oppure bollicine metodo classico Trento Doc / Franciacorta,
Musica, Paolo Conte - "Via con Me".
Pizza Napoli, Vino, Falanghina del Sannio / Fiano di Avellino / Etna Bianco,
Musica, Pino Daniele - "Quanno Chiove".
Pizza rossa ai Funghi porcini, Vino, Syrah Cortona / Merlot / Barbera d'Asti,
Musica, Noora Noor - Forget what I Sad".
Pizza Capricciosa, Vino, Refosco Peduncolo Rosso / Valpolicella Ripasso,
Musica, Sade - "Smooth Operator".
Pizza Radicchio Gorgonzola, Vino, Muller Thurgau / Gewurztraminer / Ferrari,
Musica, Vinicio Capossela - "Che Coss'è l'Amor".
Pizza Vegetariana, Vino, Chardonnay / Cerasuolo d'Abruzzo / Malvasia,
Musica, Negramaro - "Estate".
Pizza Salsiccia e Friarielli, Vino, Negroamaro / Primitivo / Cannonau,
Musica, Tracy Chapman - "Give Me One Reason".
Pizza Taleggio e Speck, Vino, Pinot Nero / Lagrein / Lacryma Cristi Rosso,
Musica, Mina - "Oggi Sono Io".
Naturalmente questi sono solo alcuni esempi per rendere questa esperienza più esaltante possibile, poi secondo il luogo, stagione e contesto dove vengono svolti, tutto può influire sulla scelta, naturalmente le preferenze di ognuno di noi sono differenti, ma tentar non nuoce!!!

venerdì 24 aprile 2020

Le Vin des Papes


Oggi vi voglio parlare di un Vino incredibile che non ha bisogno di presentazioni, Lo Chateauneuf-du-Pape, il così detto Vino dei Papi, che ha ricoperto e ricopre tuttora, un ruolo importantissimo nella storia e nel commercio della viticoltura Francese.
Questo Vino ho avuto l'occasione di assaggiarlo per la prima volta al corso da Sommelier, successivamente ho potuto nuovamente degustarlo durante un mio viaggio in Francia, direttamente in una cantina storica del luogo di produzione da cui prende il nome, un piccolo paese a pochi chilometri da Avignone (storica città Papale dal 1309 al 1377), che grazie a lei ha dato vita alla produzione di questo meraviglioso Vino di qualità.
Qui non siamo in una Provenza verde e lussureggiante ma in un paesaggio arido, quasi spoglio nella sua nuda essenzialità, la vigna è la protagonista di tutto il paesaggio circostante, in un cielo carico di vento e sole.
Il disciplinare prevede l'utilizzo di 13 vitigni: grenache (noir, gris, blanc), syrah, mourvedre, cinsault, clairette (blanche, rose), vaccarese, bourboulenc, roussanne, counoise, muscardin picpoul, picardan e terret noir, normalmente l'assemblaggio più comunemente usato è costituito principalmente dalla granache noir, che si adatta bene sui suoli torridi di questa zona, con tagli di syrah, mourvedre ed a volte cinsault, una particolarità della bottiglia che dona importanza e facilità di riconoscimento, è lo stemma delle chiavi papali incrociate in rilievo.
L'azienda che ho visitato è la Maison Brotte, un azienda familiare fondata nel 1931 da Charles Brotte, che negli anni è diventata una delle Maison più importanti del luogo, grazie anche alla creazione nel 1952 di uno dei più premiati Chateauneuf-du-Pape della storia, "La Fiole du Pape", una bottiglia dalla forma originale con uno stile di vinificazione unico.


Oggi è la cuvee principale della sua denominazione, divenuta un punto di riferimento senza rivali da nessun altro produttore francese.
Laurent Brotte, nipote del fondatore, oggi gestisce la Maison con moglie e figli, esportando il suo vino in 95 paesi, in cinque continenti.
All'interno del punto vendita c'è un piccolo museo interattivo molto interessante, che con il modico prezzo di €5,00 si può visitare con una audioguida data in dotazione gratuitamente, ed alla fine del tour vengono fatti degustare 3 tipi di vini, un bianco e due rossi.
Un luogo veramente originale ed ospitale dove passare qualche ora piacevole e poter degustare ottimi vini, il personale è molto pronto e preparato per dare qualsiasi genere di spiegazione.
Il vino che ho scelto per l'abbinamento musicale è "Domaine Barville" uno Chateauneuf-du-Pape che prende il nome dagli antenati della famiglia Brotte, ho voluto abbinare una bellissima e performante canzone di Michel Petrucciani - "It's a Dance", con un introduzione al pianoforte molto melodica quasi dolce, come l'ingresso in bocca del vino, a seguire chitarra e contrabbasso all'unisono a rafforzare le sensazioni altalenanti di frutti di bosco e pepe, il pianoforte si scatena in un solo di forza ritmica ed armonica come il corpo del vino, la chitarra come alterego ma mai invadente, sottolinea i sentori di lavanda e spezie, mentre la ritmica sempre molto incalzante data dallo spazzolato della batteria ed il pizzicato del contrabbasso, avvolgono il palato con sensazioni calde e morbide come l'alcolicità ed i tannini, molto presenti ma mai aggressivi, il finale deciso, armonioso e persistente.
Ad un vino del genere abbinato ad un pezzo strumentale come questo, non servono scuse od occasioni per degustarlo, ogni momento è quello giusto.

sabato 18 aprile 2020

La Cultura e le Vibrazioni di un Territorio


In questi giorni di quarantena forzata a causa del Covid 19, la voglia di festeggiare e brindare alla vita è molto sentita da tutti quanti, la voglia di condividere emozioni e gioia di vivere è diventata una necessità vitale, tutto quello che prima ci sembrava banale e scontato, oggi è un sogno di prima necessità, il cibo ed il vino come espressione di quello che siamo e soprattutto da dove veniamo, perché quello che fa la differenza nella nostra cultura, è il nostro Territorio che si riflette in tutto quello che è il nostro stile di vita, cibo, vino, musica, linguaggio, scultura, pittura, letteratura, danza, politica, superstizioni e religione.
La vibrazione di un territorio da origine a tutto quello che lo circonda e lo vive, influenzando non solo i prodotti naturali che riesce a produrre come cibo e vino, ma anche la cultura del popolo che lo abita, dando origine alla visione di una realtà collettiva che influisce sulle scelte comportamentali dell’intera società del luogo.
Tutto quanto è correlato da una vibrazione primordiale, dove cielo, terra, animali ed esseri umani, sono correlati fra loro, per questo un vino può essere esaltato e rappresentato attraverso la musica, il mio lavoro non è quindi soltanto quello di abbinare un vino ad una musica, ma è quello di scoprire la vibrazione e l’emozione che questi due elementi possono esprimere interagendo insieme.
Normalmente nell’abbinamento cibo/vino, un bravo Sommelier cerca di equilibrare l’interazione fra loro, esaltando al massimo l'esperienza culinaria, mettendo in risalto i sapori del cibo dando un giusto equilibrio all'interno della nostra bocca, facendo diventare come protagonista principale il piatto che abbiamo davanti, la stessa cosa avviene nell'abbinamento vino/musica, risaltando al massimo le caratteristiche organolettiche del vino, come sapidità, alcolicità, profumi e sentori principali, dando forza al territorio da dove proviene ed il vignaiolo che lo ha prodotto, dando origine ad un prodotto unico, che rappresenta in pieno il luogo di origine e tutte le sue caratteristiche culturali e sociali.
Tutto ciò che siamo lo dobbiamo al territorio dove siamo nati e cresciuti, i colori, i profumi, i sapori ed i suoni che respiriamo ogni giorno, impariamo ad amplificare i nostri sensi apprezzando ogni minimo particolare che ci circonda, solo così possiamo sentirci veramente vivi.
Ci sono stati donati cinque meravigliosi sensi, ma se non li educhiamo nel loro intento, non riusciamo pienamente ad apprezzare tutto quello che abbiamo veramente, perchè la vita è ricca di piaceri e ci può dare tutto quello che abbiamo bisogno senza mai chiedere niente, perchè tutto è già intorno a noi, basta saper ascoltare, vedere, toccare, respirare ed assaporare le bellezze che ci circondano, cercando di esaltare al massimo la bellezza di questa realtà.


Nel mio intento, cerco di educare chi è davanti ad un buon bicchiere di vino, ad amplificare i propri sensi, donando un esperienza sensoriale unica nel suo genere, dando origine ad una consapevolezza di tutto ciò che lo circonda e non solo, liberando le proprie emozioni e sensazioni, dando vita all'immaginazione, che per migliaia di anni ha sempre ispirato Artisti e Scienziati di tutto il mondo, dando origine a tutte le bellezze e tecnologie che oggi abbiamo a disposizione.
 Cercate di non essere mai sazi, ed alimentate la vostra curiosità verso la vita, stimolando la vostra mente in nuove avventure ed esperienze, guardando sempre avanti positivamente, ed ammirando tutto quello che ci circonda, perchè anche noi siamo un ottimo prodotto della natura.
Il vostro Sound Sommelier.

Massimiliano Lami

martedì 14 aprile 2020

Un Germanico dal Cuore Italiano


Dalla bellissima valle del Reno in Germania, alla magica Alsazia in Francia, fino ad arrivare alla nostra splendida regione del Trentino Alto Adige a Termeno, un piccolo paese nella provincia di Bolzano dove si dice secondo alcuni studi e leggende, abbia avuto origine questo Vino che ne fa da padrone per i suoi infiniti profumi speziati e floreali, un Vino che si distingue fra tutti e non lascia alcun dubbio al primo sorso in bocca.
Ho avuto il piacere di visitare questa cantina durante uno dei tanti bellissimi viaggi enogastronomici con L'Associazione Culturale "Bacco per Bacco Italia", un viaggio all'insegna della socialità, alla scoperta di un luogo unico ber bellezze paesaggistiche naturali, dove la tradizione culinaria è storica e la produzione dei vini è di altissima qualità.
Cantina Tramin una cooperativa fondata nel 1898 da Christian Shrott, parroco di Termeno e deputato del Parlamento Austriaco, che ad oggi conta 290 produttori e risulta essere la più premiata d'Italia per il suo Gewurztraminer.
Un luogo magico dove l'architetto di fama internazionale Wernel Tscholl, ha dato vita nel 2010 ad una struttura unica nel suo genere, con macchinari di ultima generazione ed una barriccaia sotterranea con un gioco di luci bellissimo, un luogo dove convivono passato e futuro, legno e ferro, vetro e cemento, trasparenza e oscurità, evocando nella forma e nel colore le viti di Termeno.


Un luogo veramente suggestivo immerso nei vigneti dove molti elementi ne fanno da contrasto, come lo scudo della montagna e gli influssi del lago, le giornate abbracciate dal sole e le notti di freddo stellato, la danza del vento ed il canto delle vigne.
Ogni socio produttore collabora e dà vita ad un sogno chiamato Vino, con il proprio lavoro e la propria passione per il luogo dove vive, diventando nel suo piccolo una colonna portante della cooperativa.
Ho abbinato questo vino ad un Opera di W. A. Mozart, Il Flauto Magico - "Aria della Regina della Notte", un aria veramente unica nel suo genere come il vino in questione, anche per l'utilizzo della lingua (unica opera di Mozart in Tedesco), un autore Austriaco ma amante della nostra Italia, una serie di circostanze molto congruenti tra loro.
L'impeto ritmico dell'orchestra ci travolge e trasporta fin da subito in infiniti sentori floreali, le note della soprano picchettate e molto acute, ne esaltano la pungente acidità ed i forti sentori di frutti tropicali sulla nostra lingua, mentre il continuo crescendo e diminuendo della musica ci inonda continuamente con forti note di rosa e sapori speziati, il finale forte ed energico ne esalta l'infinita persistenza in bocca.
Consiglio di fare questo abbinamento per un aperitivo all'aperto, magari se avete bisogno di ricaricarvi di energia da una giornata stancante, o per esaltare l’inizio di una lunga e piacevole serata.


martedì 7 aprile 2020

Vino e Musica Classica Jazz abbinamenti

Ecco un bellissimo articolo di Fulvio Binetti, preso dal sito "Bintmusic.it", che merita di essere letto, parla del rapporto tra Musica e Vino ed il loro bellissimo binomio, leggetelo e fatemi sapere che cosa ne pensate qui sotto nei commenti.


Il rapporto tra vino e musica non è solo fatto di metafore. Scegliere gli abbinamenti giusti tra vini e note significa coinvolgere tutti i sensi. La differenza si sente e degusta ed è una vera filosofia del buon bere.
Gli abbinamenti tra vino e musica possono fare la differenza e non solo per le orecchie. Sorseggiare un buon bicchiere ascoltando i Rolling Stones o accompagnandoli a una fuga di Bach non è la stessa cosa. Il rapporto tra suoni e sapori è ampiamente dibattuto in ogni ambito enogastronomico perchè influisce su ciò che percepiamo in bocca.
Il rapporto tra vino e musica è spesso citato nella letteratura. Molti scrittori descrivono i vini con metafore musicali. Si parla di ritmo, colore, sottili armonie, vitalità, virtuosismo. Ma anche nelle persone comuni l’analogia tra queste esperienze percettive sembra naturale. Più che rispetto ad altre forme d’arte, suoni, strumenti e musica sono abbinati a gusto, aromi e sapori del vino. Viene quindi spontaneo chiedersi se esistono particolari abbinamenti tra vini e generi che in qualche modo sono compatibili o aiutano a bere meglio.
Ma prima di capire come abbinare la musica al vino, per non cadere nei clichè cè da capire più in generale come i sensi umani possano interagire tra loro.

Sinestesia ed esperienze sensoriali

Molti filosofi sono stati tentati dal confrontare le esperienze sensoriali che appartengono ad ambiti diversi. Quali relazioni o somiglianza hanno colori, gusti, sensazioni tattili, caldo e freddo? In questo ambito sono state fatte anche diverse ricerche sperimentali che hanno dato risultati abbastanza incontrovertibili.
Per esempio è appurato come la valutazione di un gusto amaro o dolce possa dipendere dal suono che ascoltiamo durante la degustazione di cibo o bevande. Gli psicologi chiamano sinestesia il fenomeno che vede la contaminazione di stimoli sensoriali e percettivi. Ci sono persone particolarmente sensibili in cui i sensi sembrano sovrapporsi. Ciò succede anche nella degustazione di cibi e bevande. Ma nelle persone comuni cosa cambia ascoltando una canzone piuttosto che un’altra?

Abbinamento vino e musica

Un giusto abbinamento tra vino e musica sarebbe innanzitutto in grado di modificare il gusto e la percezione di ciò che beviamo. Ci sono studi che mostrano come alcuni brani possano alterare la struttura dei vini e cambiare la percezione della gradazione alcolica che regala il piacere di un buon bicchiere. Altri esperimenti dimostrano come ascoltando una musica vivace o potente, anche il vino assuma quei contorni, così come caratteristiche dolci o morbide di un brano musicale finiscono in qualche modo nel bicchiere.
L’abbinamento tra vino e musica è anche una questione intima e filosofica. Su questa strada si sono mossi il vinaiolo francese Don Blackburn e successivamente il famoso enologo Clark Smith. Quest’ultimo è un produttore di successo di uve Pinot e Cabernet per marchi famosi in tutto il mondo. Oltre ad avere inserito importanti innovazioni nella filiera produttiva, è un acceso sostenitore dell’importanza di un adeguato sottofondo musicale nelle degustazioni. Dopo anni di studi effettuati direttamente sul campo, ha creato una lista di 150 melodie differenti da accostare ad altrettanti vini.

Vino e musica classica

Qual è il miglior abbinamento tra vino e musica? In questo caso i pareri sono discordanti. C’è chi dice sia sempre meglio la musica classica e chi il jazz. Per altri invece un buon Bordeaux del ’61 si accompagna perfettamente ad un sottofondo dei Metallica. Mentre per un Napa Valley Cabernet vale un quartetto di Mozart. In fondo non è così difficile. Alla fine vince sempre la qualità, ma nell’incertezza è meglio il silenzio. Perchè se si sbaglia il mal di testa è assicurato.
La wine music connection in ogni caso è diventata una vera scuola di pensiero. Se il primo a parlarne è stato il famoso produttore francese Don Blackburn, oggi tutti preferiamo ascoltare un determinato artista o genere con certe bottiglie. Probabilmente, più che il gusto, abbiniamo più facilmente il colore del vino ad un certo tipo di sottofondo musicale. Brani classici corrispondono a macchie di colore o forse, con una colonna sonora, amiamo semplicemente creare un ambiente emozionale che ci sembra più vicino a determinati vini.


Vino e musica in enoteca
Il rapporto tra vino e musica non è solo importante per gusto e sensi, ma anche per ciò che scegliamo di acquistare in enoteca o al ristorante. Nei locali bere ad alto volume fa aumentare la sete e la quantità di alcolici assunti. Ma il tipo di musica diffusa influisce anche sulle bottiglie che acquistiamo al ristorante o in enoteca. Lo dice uno studio pubblicato sul Journal of Applied Psychology e realizzato dal dipartimento di psicologia dell’Università di Leicester in un supermercato inglese. I clienti, ascoltando musica francese, tedesca o italiana, sono più propensi ad acquistare bottiglie di quella provenienza geografica.
Ristoranti ed enoteche che diffondono musica sanno sempre ciò che fanno. Il City Winery è un noto ristorante di New York che mette sullo stesso piano passione per vini, musica e arti culinarie. I responsabili affermano che cè una diretta correlazione tra genere suonato nei concerti e bottiglie francesi, italiane o californiane bevute dai clienti. Le band con una forza sonora maggiore stimolano invece la richiesta di vino bianco. Ma sempre nella grande mela il Charlie Bird suona hip hop. Come sempre non rimane che affidarsi al gusto personale.
(Articolo preso dal sito www.bintmusic.it) Di Fulvio Binetti

giovedì 2 aprile 2020

Il Vino ai Tempi del Coronavirus


In questo periodo molto difficile di quarantena forzata in tutta Italia, non potevo rimanere in silenzio e non parlare di questo argomento così delicato, o almeno dare un mio parere ed un consiglio su come affrontare mentalmente questa situazione disastrosa che stiamo vivendo.
Sul Web girano moltissime fake news, sopratutto su quello che riguarda il mondo del vino in questo momento, tipo che il vino può essere un elemento di trasmissione virale o addirittura che può contribuire a combattere questo virus e via dicendo, certamente niente di tutto questo è vero, sicuramente un buon bicchiere di vino (senza esagerare), aiuta mentalmente ed anche fisicamente ad affrontare una situazione di clausura come questa, stimolando le nostre percezioni di piacere quotidiano.
Tutti quanti conosciamo le proprietà benefiche del vino, se assunto in maniera moderata (2 bicchieri al giorno durante i pasti), può migliorare il sistema cardiovascolare e cerebrovascolare grazie ad i suoi polifenoli, ha un effetto antiossidante sulle cellule, ottimo antistress, agisce positivamente sui trigliceridi del colesterolo,  ha un'azione antitrombotica e fibrinolitica, contrasta l'osteoporosi, previene le malattie reumatiche, protegge reni e cuore, è un antinfiammatorio naturale, contrasta l'attività dei radicali liberi ed ha proprietà antibatteriche, ottimo come antidepressivo e chi più ne ha, più ne metta.
Detto tutto questo sembrerebbe quasi di parlare di un elisir di lunga vita, certamente contribuisce positivamente sullo stato psicofisico dell'essere umano, contribuendo a rendere il sistema immunitario più forte e lo stato mentale più socievole e disinibito, ma tutto questo purtroppo non basta a sconfiggere un virus così letale che stà circolando in questo momento.
Personalmente essendo un esperto del settore, in qualità di sommelier e musicista ma soprattutto un winelover, penso che questo magico liquido può contribuire a migliorare soprattutto in questo momento, la qualità della nostra vita, riscoprendo e vivendo il tempo in maniera diversa da come siamo abituati, davanti ad un buon bicchiere di vino ed in compagnia di buona musica, il tempo muta in altre forme, dilatandosi in momenti e non più in secondi, minuti ed ore, si amplifica nelle nostre percezioni alla riscoperta dei nostri sensi primordiali, facendoci conoscere il vero Io e tutto quello di cui abbiamo veramente bisogno.


Con questo, consiglio di non sprecare un solo momento della vostra giornata, riorganizzandovi nelle vostre passioni, anche in quelle oramai perdute per mancanza di tempo, riscoprendo il piacere della lentezza e del lasciar scorrere, alla ricerca di voi stessi come quando eravate bambini, dove in un piccolo gioco si aprivano mondi infiniti.
Fatemi sapere che tipo di vino state bevendo od avete in programma di bere, ed io potrò consigliarvi su quale abbinamento musicale potete fare, per una degustazione sensoriale completa, avvolgente e stimolante, non importa se per un aperitivo o durante i pasti, l'importante ripeto, è vivere intensamente ogni momento della vostra giornata.
Il vostro Sound Sommelier

Massimiliano Lami

Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2024

  Abbiamo visitato, degustato e goduto di questa meravigliosa città in un viaggio nel 2018 con la nostra Associazione Culturale "Bacco ...