Oggi vi voglio parlare di un Vino incredibile che non ha bisogno di presentazioni, Lo Chateauneuf-du-Pape, il così detto Vino dei Papi, che ha ricoperto e ricopre tuttora, un ruolo importantissimo nella storia e nel commercio della viticoltura Francese.
Questo Vino ho avuto l'occasione di assaggiarlo per la prima volta al corso da Sommelier, successivamente ho potuto nuovamente degustarlo durante un mio viaggio in Francia, direttamente in una cantina storica del luogo di produzione da cui prende il nome, un piccolo paese a pochi chilometri da Avignone (storica città Papale dal 1309 al 1377), che grazie a lei ha dato vita alla produzione di questo meraviglioso Vino di qualità.
Qui non siamo in una Provenza verde e lussureggiante ma in un paesaggio arido, quasi spoglio nella sua nuda essenzialità, la vigna è la protagonista di tutto il paesaggio circostante, in un cielo carico di vento e sole.
Il disciplinare prevede l'utilizzo di 13 vitigni: grenache (noir, gris, blanc), syrah, mourvedre, cinsault, clairette (blanche, rose), vaccarese, bourboulenc, roussanne, counoise, muscardin picpoul, picardan e terret noir, normalmente l'assemblaggio più comunemente usato è costituito principalmente dalla granache noir, che si adatta bene sui suoli torridi di questa zona, con tagli di syrah, mourvedre ed a volte cinsault, una particolarità della bottiglia che dona importanza e facilità di riconoscimento, è lo stemma delle chiavi papali incrociate in rilievo.
L'azienda che ho visitato è la Maison Brotte, un azienda familiare fondata nel 1931 da Charles Brotte, che negli anni è diventata una delle Maison più importanti del luogo, grazie anche alla creazione nel 1952 di uno dei più premiati Chateauneuf-du-Pape della storia, "La Fiole du Pape", una bottiglia dalla forma originale con uno stile di vinificazione unico.
Oggi è la cuvee principale della sua denominazione, divenuta un punto di riferimento senza rivali da nessun altro produttore francese.
Laurent Brotte, nipote del fondatore, oggi gestisce la Maison con moglie e figli, esportando il suo vino in 95 paesi, in cinque continenti.
All'interno del punto vendita c'è un piccolo museo interattivo molto interessante, che con il modico prezzo di €5,00 si può visitare con una audioguida data in dotazione gratuitamente, ed alla fine del tour vengono fatti degustare 3 tipi di vini, un bianco e due rossi.
Un luogo veramente originale ed ospitale dove passare qualche ora piacevole e poter degustare ottimi vini, il personale è molto pronto e preparato per dare qualsiasi genere di spiegazione.
Il vino che ho scelto per l'abbinamento musicale è "Domaine Barville" uno Chateauneuf-du-Pape che prende il nome dagli antenati della famiglia Brotte, ho voluto abbinare una bellissima e performante canzone di Michel Petrucciani - "It's a Dance", con un introduzione al pianoforte molto melodica quasi dolce, come l'ingresso in bocca del vino, a seguire chitarra e contrabbasso all'unisono a rafforzare le sensazioni altalenanti di frutti di bosco e pepe, il pianoforte si scatena in un solo di forza ritmica ed armonica come il corpo del vino, la chitarra come alterego ma mai invadente, sottolinea i sentori di lavanda e spezie, mentre la ritmica sempre molto incalzante data dallo spazzolato della batteria ed il pizzicato del contrabbasso, avvolgono il palato con sensazioni calde e morbide come l'alcolicità ed i tannini, molto presenti ma mai aggressivi, il finale deciso, armonioso e persistente.
Ad un vino del genere abbinato ad un pezzo strumentale come questo, non servono scuse od occasioni per degustarlo, ogni momento è quello giusto.
Ad un vino del genere abbinato ad un pezzo strumentale come questo, non servono scuse od occasioni per degustarlo, ogni momento è quello giusto.
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