mercoledì 24 giugno 2020

La leggenda del Gallo Nero


Conoscete la leggenda del simbolo del Gallo Nero che contraddistingue tutte le bottiglie di vino Chianti Classico? Questa è una storia molto affascinante ed anche divertente, su come i Fiorentini con l'inganno, si aggiudicarono gran parte dei terreni Senesi per la coltivazione del vino, molto ingiustamente (fonti tratte dal sito web del Consorzio Vino Chianti Classico e Wikipedia).

La leggenda del Simbolo

Il marchio che da sempre distingue le bottiglie di Chianti Classico è il Gallo Nero, storico simbolo dell’antica Lega Militare del Chianti, riprodotto fra l’altro dal pittore Giorgio Vasari sul soffitto del Salone dei Cinquecento, nel fiorentino Palazzo Vecchio.
La storiografia di questo simbolo comprende anche una singolare leggenda ambientata nel periodo medievale. La sua vicenda segnò in pratica la definizione dei confini politici dell’intero territorio chiantigiano, perché fu proprio il comportamento di un gallo nero a deciderne il destino.
La leggenda narra che nel periodo medievale, quando le Repubbliche di Firenze e Siena si combattevano aspramente per prevalere l’una sull’altra, il territorio del Chianti, proprio perché intermedio alle due città, fosse oggetto di dispute pressoché continue. Per porre fine alle contese e stabilire un confine definitivo, venne adottato un bizzarro quanto singolare sistema. Si convenne di far partire dai rispettivi capoluoghi due cavalieri e di fissare il confine nel loro punto d’incontro. La partenza doveva avvenire all’alba e il segnale d’avvio sarebbe stato il canto di un gallo. Decisione, quest’ultima, in linea con i costumi del tempo, quando ancora i ritmi quotidiani erano scanditi dai meccanismi naturali. Nei preparativi dell’evento doveva pertanto essere decisiva la scelta del gallo, più che quella del destriero e del cavaliere. I senesi ne scelsero uno bianco, mentre i fiorentini optarono per uno nero, che tennero chiuso in una piccola e buia stia pressoché digiuno per così tanti giorni da indurlo in un forte stato di esasperazione.
Il giorno fatidico della partenza, non appena fu tolto dalla stia, il gallo nero cominciò a cantare fortemente anche se l’alba era ancora lontana. Il suo canto consentì quindi al cavaliere di Firenze di partire Immediatamente e con grande vantaggio su quello senese, che dovette attendere le prime luci del giorno, quando il suo gallo, cantando regolarmente, gli permise di partire. Ma dato il notevole ritardo che aveva accumulato nei confronti dell’antagonista, il cavaliere senese percorse solo dodici chilometri in solitudine, poiché a Fonterutoli incontrò l’altro cavaliere.
Fu così che quasi tutto il Chianti passò sotto il controllo della Repubblica Fiorentina, molto tempo prima della caduta di Siena stessa.

La Lega del Chianti

Leggende campanilistiche a parte, il Gallo Nero nacque come simbolo della Lega del Chianti, una sorta di giurisdizione militare creata dalla Repubblica del Marzocco nel 1384 in funzione antisenese, comprendente gli attuali comuni di Castellina in Chianti,Gaiole in Chianti e Radda in Chianti.
Nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III emise un bando che decretava che i vini prodotti a Castellina, Gajole e Radda potessero chiamarsi vini del Chianti delimitando quindi la zona vinicola Chianti fino ad includere circa i 3/5 del Comune diGreve
«...per il Chianti è restato determinato e sia. Dallo Spedaluzzo fino a Greve; di lì a Panzano, con tutta la Podesteria di Radda, che contiene tre terzi, cioè Radda, Gajole e Castellina, arrivando fino al confine dello Stato di Siena....
(1716Cosimo III de' Medici Bando Sopra la Dichiarazione dé Confini delle quattro Regioni Chianti, Pomino, Carmignano, e Val d'Arno di Sopra)
Spedaluzzo si trova al Km 16+500 della attuale SR 222 Chiantigiana, cioè a Nord di Greve sul confine tra quelli che erano i territori della Lega di Val di Greve e quelli della Lega di Val di Cintoia e Robbiana, quindi il bando granducale del 1716 (quello riportato nel marchio e sulle magliette) includeva il territorio comunale di Greve afferente alle zone di Greve, Panzano, Passo de'Pecorai, Lamole e Lucolena escludendone le sole frazioni a nord (Strada, Ferrone, Chiocchio, Mugnana e San Polo). La successiva istituzione della Podesteria del Chianti con sede in Radda, vide l'inclusione dei tre comuni senesi e dell'intero comune grevigiano, allora ancora privo del suffisso "in Chianti" ma di fatto incluso in toto nello stesso.
Con la creazione nel 1932 della zona vinicola Chianti questi tre comuni ricaddero all'interno della più estesa sottozona denominata Classico.
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mercoledì 17 giugno 2020

Viaggio nelle Meraviglie del Syrah di Cortona


Dopo un lungo periodo di lockdown e cancellazione di tutti gli eventi enogastronomici, culturali e sociali della nostra Associazione, siamo lieti di comunicarvi che abbiamo deciso di ripartire con un bellissimo evento di due giorni, dalla nostra bellissima Toscana precisamente a Cortona, terra di eccellenza per la produzione del vino Syrah, famoso in tutto il Mondo.
Le varie Aziende che abbiamo contattato, hanno risposto con molto entusiasmo alla nostra proposta e sono felici di accoglierci e farci degustare ed assaporare le loro prelibatezze enogastronomiche, aprendo le porte della loro bellissima città Toscana, ricca di cultura, storia e bellezza.


LE ORIGINI DEL SYRAH A CORTONA 

Il Syrah è uno dei vitigni più coltivati nel territorio della Cortona Doc tanto che oggi l’80 per cento circa della produzione Doc fa proprio riferimento a questo vitigno che, dal nome, non sembrerebbe così autoctono.

Eppure la scienza e alcuni studi in questi anni avrebbero dimostrato il contrario. Numerose sono state le notizie di arrivo di questo vitigno e molte regioni e/o parti del mondo si sono annoverate la sua origine. In realtà il Syrah è un vitigno di origine francese o almeno i suoi progenitori lo sono, in quanto da uno studio genomico del suo Dna del Syrah si parla proprio della sua nascita nella valle del fiume Rodano.

La rivendicazione dell’origine da parte di altre località come ad esempio, per quanto riguarda l’Italia, la città di Siracusa, deriverebbe invece da trascrizioni errate del nome del vitigno fatte nel corso dei secoli. Questo lo si evince da numerosi testi presenti presso la biblioteca La Vigna, biblioteca di Vicenza specializzata in testi sull’agricoltura e sulla viticoltura in particolare, veniamo però a Cortona.


Per quanto riguarda l’arrivo del vitigno Syrah presso la Toscana si pensa che uno dei primi a portarla sia stato il Conte di Montecarlo di Lucca, nei primi del Novecento, di ritorno da un viaggio in Francia, fino ad arrivare per raccolte private prima nel territorio aretino, infine nel cortonese.
Le prime testimonianze recenti di Syrah utilizzato a Cortona per produrre vini di qualità risale agli anni Sessanta del secolo scorso, quando alcune aziende private, trovandone traccia nei propri vigneti, decisero di coltivarlo e prima ancora di sviluppare delle indagini intorno alla sua origine genomica.

Con l’ausilio del professor Attilio Scienza e dell’Università di Milano, vennero eseguite, ad inizio degli anni Settanta del secolo scorso, minuziose ricerche sulle caratteristiche del terreno e sulle caratteristiche del clima nel cortonese, alla fine del percorso di studio e ricerche, fu quind impiantato un vigneto definito “sperimentale”, dove furono sistemate diverse varietà e cloni di Syrah al fine di identificare quale tra questi meglio si identificasse con il microclima cortonese. 


Durante questo studio venne evidenziata anche la similarità del clima cortonese con quella della costa del Rodano, zona vitivinicola oggi riconosciuta a livello mondiale patria del Syrah, è per l’importanza di questo vitigno nella zona della Doc che nel 2004 a Roma sono stati invitati da alcuni produttori di Cortona Doc Syrah, produttori di questo vino da tutto il mondo, dando vita con l’occasione ad un vero e proprio “Club del Syrah”.



CANTINE CHE PARTECIPERANNO ALL'EVENTO

° AZIENDA AGRARIA POGGIO SORBELLO °

° IVITI WINERY °


° EREDI TREVISAN °


° CANTINA DOVERI °


° CANTINA TRA GLI ULIVI °


(Tutte le cantine appartengono al consorzio Cortona Doc)



COSA ANDREMO A FARE
25 LUGLIO 2020

➡️ Spuntino di Benevento con introduzione e descrizione Cortona Doc, presso Hotel Ristorante Farneta
Ore 10,30


➡️ Passeggiata Centro Storico Cortona
Ore 11,30 - Visita Guidata -

➡️ Visita e Degustazione
Cantina I Viti Winery, alla scoperta del vino Cabernet Sauvignon
Con Assaggi di prodotti della tradizione locale.
Ore 13,30

➡️ Visita e Degustazione
Azienda Agraria Poggio Sorbello
Dalla Vigna al Calice di Syrah, con assaggi di prodotti agricoli della azienda
Ore 17,00


➡️ Cena della Tradizione presso Hotel Ristorante Farneta, con i produttori di Cortona Doc


° AZIENDA AGRARIA POGGIO SORBELLO
° IVITI WINERY °
° EREDI TREVISAN °
° CANTINA DOVERI °
° CANTINA TRA GLI ULIVI °
(menù completo e vini, entro il 10 Luglio)
Ore 21,00

(tutti i vini delle Aziende sopra citate, saranno in Abbinamento con i piatti della tradizione cucina tipica Toscana di Cortona)
La descrizione del Menù e tipologia dei vini sarà inserita entro il 10 Luglio.


DOMENICA 26 LUGLIO 2020

➡️ Colazione tipica presso Hotel Ristorante Farneta
Ore 9,00

➡️ Visita presso Abbazia Farneta
Ore 10,30 - Visita Guidata-


➡️ Pranzo /Spuntino
 (Facoltativo - Su Prenotazione)
presso Hotel Ristorante Farneta
Ore 13,00



SU APPOSITA PRENOTAZIONE DEI PARTECIPANTI SARÀ POSSIBILE EFFETTUARE VISITA AL MUSEO Maec Cortona
 ( da Confermare entro il 1 Luglio 2020)
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➡️ PERNOTTAMENTO
 Prima Colazione - Pranzo e Cena
Presso - Hotel Ristorante Farneta
Localita Farneta, 3., Strada Prov. le Manzano., 52042 Cortona 




SERVIZI INCLUSI  25-26 LUGLIO 2020 
  * Spuntino di Benvenuto - Vino Cortona Doc  Hotel Farneta *
  * Visita Guidata - Centro Storico di Cortona *
  *  Visita e Degustazione  IVITI Winery *
  * Visita e Degustazione Poggio Sorbello *
  * Cena TIPICA Locale con Produttori di Cortona Doc - Hotel Ristorante Farneta  *
  * Pernottamento  B&B Hotel Ristostante Farneta *
  * Visita Guidata  Abbazia di Farneta  *



SERVIZI FACOLTATIVI 
*  Visita Al Museo Maec - Cortona (su appuntamento - costo aggiuntivo  )
*  Pranzo del 26-07-2020 presso Hotel Ristorante Farneta ( costo aggiuntivo )


Prossimamente saranno comunicati tutti i prezzi, compresi le 3 tipologie di menù a scelta per la cena del sabato e le tipologie dei vini in abbinamento ad i piatti, si prega agli interessati di prenotare entro e non oltre il 01 Luglio 2020, si comunica inoltre che per partecipare all'evento è obbligatorio effettuare il tesseramento per l'anno in corso 2020 all'Associazione (€15,00).

 INFO e Prenotazioni:

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domenica 14 giugno 2020

Un Nobile Franciacorta


Un Vino che non ha bisogno di presentazione, il Franciacorta, il Vino Spumante tra i più famosi in Italia, ottimo per un aperitivo o per brindare ad un lieto evento, ma anche per pasteggiare con gustosi piatti a base di pesce, un vino molto polivalente ed apprezzato da ogni palato.
La Franciacorta è una zona collinare che si estende sulla superficie di venti comuni, tutti appartenenti alla provincia di Brescia in Lombardia, fino ad arrivare all'estremità meridionale del Lago di Iseo.
Qui la vite è stata impiantata fin dalle epoche più remote, ne sono una prova i ritrovamenti di vinaccioli di epoca preistorica e materiale archeologico, rinvenuti su tutta la zona oltre alla testimonianza di autori classici, da Plinio a Columella a Virgilio ed i popoli che si stanziarono in questa zona, che conosciamo attraverso le testimonianze storiografiche, come i Galli, i Romani ed i Longobardi.
Una delle tesi più ricorrenti e storicamente plausibile sull'etimologia del nome, è quella del Mons. Paolo Guerrini, che allude alle Corti Franche cioè al fatto che i principali centri dell'arco Morenico erano all'origine corti altomedievali, che con l'arrivo dei monaci Cluniacensi verso il secolo XI, godettero di franchigie (curtes francae), in cambio della bonifica e la coltivazione dei terreni.
Pur vantando una lunga storia, il nuovo corso della vitivinicoltura della Franciacorta, ha inizio nei primi anni sessanta, fino ad arrivare ad oggi come punto di riferimento nazionale, per la produzione di vini in metodo classico, entrando in concorrenza con uno tra più famosi ed ottimi vini francesi al mondo, lo Champagne.
Il vino di cui vi voglio parlare oggi, è prodotto nella Tenuta Montenisa di Marchese Antinori, nel cuore della Franciacorta, intorno al Borgo di Calino vicino al Lago di Iseo.
Tutti quanti conosciamo l'importanza a livello mondiale di questa Azienda, una delle più famose e produttive in Italia, la Famiglia Antinori si dedica alla produzione vinicola da più di seicento anni, da quando nel 1385, Giovanni di Piero Antinori, entrò a far parte dell'Arte Fiorentina dei Vinattieri, dando vita ad una lunga e bellissima tradizione vitivinicola.
In tutta la sua lunga storia, attraverso 26 generazioni, la famiglia ha sempre gestito direttamente questa attività, facendo delle scelte innovative ma anche molto rischiose, mantenendo però inalterato il rispetto per le tradizioni ed il territorio, producendo vini di altissima qualità e di grande prestigio in tutto il mondo.


Il Vino in questione è un Blanc de Blancs, prodotto con uve di Chardonnay e Pinot Blanc, viene fatta una prima fermentazione alcolica controllata in serbatoi di acciaio inox, ed una seconda fermentazione con lieviti in bottiglia per 24 mesi, come da disciplinare per la presa di spuma, donando al vino una grandissima fragranza, aromaticità e freschezza.
Il brano musicale che ho scelto per l'abbinamento è una famosa canzone di Stevie Wonder - "For Once in My Life", versione interpretata da Dara Maclean (live - The Ocean Way Sessions), introduzione con chitarra e percussioni molto ritmata a sottolineare il finissimo perlage, le due voci in alternanza dei cantanti, ne esaltano le note floreali di mela e pesca bianca, il solo di tastiera richiama la fragranza e la grande freschezza del vino, mentre il duetto finale con leggere note improvvisate a due voci, contornano i gradevoli sentori di miele di acacia, in un finale armonioso, elegante ed allo stesso tempo esaltante.
Un vino carico di emozione, profumi e sensazioni esaltanti, adatto per un buono e ricco aperitivo od un pasto a base di pesce, ma anche per un brindisi finale, consiglio sempre di berlo in un contesto festoso e ricco di emozioni, per esaltare al meglio una degustazione sonora come questa, ricordando che con un bicchiere di vino e della musica, non si è mai soli.


domenica 7 giugno 2020

Il Vino più Bello al Mondo


Un Vino che cresce in uno dei luoghi più belli al Mondo, la Val d'Orcia in Toscana, un ampia valle nella provincia di Siena a nord-est del Monte Amiata e vicina al confine con l'Umbria, attraversata al centro dal fiume Orcia da cui prende il nome, caratterizzata da panorami paesaggistici mozzafiato e numerosi centri di origine medievale, fra i più noti Pienza (famosa per il suo formaggio pecorino) e Montalcino (famosa in tutto il Mondo per il suo vino Brunello), un luogo magico dove sono stati girati numerosi film tra cui il più famoso (Il Gladiatore di Ridley Scott), eletta  patrimonio dell'umanità il 02 Luglio 2004, acclamata in tutto il Mondo per le sue caratteristiche colline delineate dai Cipressi, le sue antiche terme di epoca romana come Bagno Vignoni e Bagni San Filippo, per la sua tradizione gastronomica come la Cinta senese, il formaggio Pecorino, i Pici ed i suoi vini come il Brunello di Montalcino e la nuova denominazione Orcia Doc, di cui oggi vi voglio parlare.
Personalmente ho visitato questi luoghi molto spesso, sia per visite enogastronomiche con l'Associazione di cui faccio parte "Bacco Per Bacco Italia", sia per semplici cavalcate in motocicletta tra le fantastiche colline, paesaggi di cui non ti stanchi mai di vedere ed ogni volta che ritorni, scopri qualcosa di nuovo soprattutto nei suoi vini, che anno dopo anno riservano nuove sorprese in qualità ed innovazione.
Una favolosa Azienda con cui collaboriamo da diversi anni, è quella di Capitoni Marco situata nelle campagne della città di Pienza, un luogo incantevole dove possiamo godere di un panorama incredibile, dove ospitalità e qualità sono la parola d'ordine.
L'Azienda a gestione familiare, si trova all'interno di un vecchio podere (Podere Sedime), risalente al 1692 al tempo di proprietà della famiglia Gherardi, la dove dove un tempo c'era la stalla adibita alle famose vacche chianine, oggi trovano dimora rotondeggianti barriques ed anfore, per l'affinamento del vino.


Tre sono i vini di loro produzione tutti rossi e di altissima qualità,  le note gustative e le caratteristiche organolettiche, si contraddistinguono moltissimo da un vino all'altro, creando unicità nei sapori, ampliando anche l'apprezzamento di un pubblico più vario nel mercato internazionale, come per esempio il Vino Troccolone, affinato in giare di terracotta fatte a mano, donando sentori e note di freschezza uniche ad un uvaggio importante come il Sangiovese.
Il vino che ho scelto per l'abbinamento musicale è il Frasi, il vino di punta dell'Azienda, infatti viene prodotto solo nelle annate in cui l'andamento della bontà stagionale lo consente, l'uvaggio è composto dalle varietà più classiche della tradizione Toscana, Sangiovese con piccoli tagli di Canaiolo e Colorino, affinato in botte grande 24 mesi, per non dispedere troppo i sapori che lo contraddistinguono.
Il Brano musicale che ho scelto per questo abbinamento è una canzone di Iza - "I Put a Spell On You", introduzione molto ritmanta al pianoforte come l'ingresso in bocca del vino, la voce della cantante energica, passionale e melodiosa, sottolinea la forza tannica ed alcolica del vino, il solo di chitarra elettrica ci trascina in sentori di frutti rossi come ciliegie e more, mentre l'orchestra di archi contorna i profumi vanigliati e di cioccolato, il finale con i vocalizzi improvvisati della cantante, enfatizzano la lunga e gradevole persistenza in bocca.
Una degustazione sonora sicuramente da fare in compagnia, possibilmente nel relax più totale davanti ad un panorama unico come la Val d'Orcia, dove anche i Gladiatori sognano di trascorrere l'eternità.


lunedì 1 giugno 2020

Dom Perignon la nascita dello Champagne


Lo Champagne è uno dei pochi vini al Mondo ai quali sia stato attribuito un inventore, L'Abate Benedettino Dom Pierre Perignon, molte sono le leggende e le varie storie attribuite sulla nascita di questo favoloso vino, sicuramente da una moltitudine di circostanze e sperimentazioni, è nato un vino che è diventato leggenda.
I vini della regione dello Champagne erano conosciuti fin dal medioevo, venivano prodotti dai monaci delle numerose abbazie presenti in tutta la regione, usandolo come vino da messa.
Anche i regnanti francesi amavano questo vino molto fine e leggero, a quei tempi erano vini fermi sia bianchi che rossi e venivano spesso donati in segno di omaggio agli altri regnanti europei.
Nel 1600 molte guerre e saccheggi devastarono la regione, causando l'abbandono e la distruzione delle abbazie e dei conventi, con il conseguente decadimento ed abbandono delle vigne.
Intorno al 1670 Pierre Perignon, giovane monaco benedettino, fu assegnato all'abbazia di d'Hautvillers vicino a Epernay con l'incarico di tesoriere, trovò l'abbazia e le vigne in uno stato di totale abbandono e si adoperò per rimetterle in sesto.
Il suo lavoro si indirizzò con il tempo alla produzione del vino, selezionando le uve migliori, cadendo sulla scelta del Pinot Noir, essendo una tipologia di uva molto vocata alle caratteristiche morfologiche del territorio (molto gessoso), ed al loro assemblaggio provenienti da zone diverse, preferendo una spremitura molto dolce, per ottenere un mosto chiaro anche se ottenuto da uve a bacca nera.
L'Abate iniziò col produrre del vino bianco fermo, ma visto le condizioni climatiche al tempo molto fredde durante il periodo di vendemmia ( al di sotto dei 20°), la vinificazione e di conseguenza la fermentazione del vino si fermava automaticamente rimanendo incompleta e producendo un vino molto leggero a livello alcolico e da sentori erbacei molto acerbi.
Visto l'inutilità dell'invecchiamento in botte per le caratteristiche organolettiche, l'abate decise che l'affinamento del vino era più efficace direttamente in bottiglia, probabilmente aggiungendo dello zucchero per poter alzare la gradazione alcolica.
Una delle numerose leggende sull’invenzione di questo vino secondo me più affascinante, fu quella che i commercianti inglesi (molto attivi all'epoca ed interessati a quella tipologia di vino grazie anche alla vicinanza), importarono nelle loro locande e pub queste bottiglie acquistate in abbazia, con il calore dei caminetti all'interno dei locali, i lieviti non filtrati ed imbottigliati a contatto con gli zuccheri aggiunti e non fermentati, riprendendo vita dettero luogo ad una seconda fermentazione, trasformando gli zuccheri in alcol ed anidride carbonica.
Molte furono le bottiglie alla quale incominciarono a saltare i tappi o addirittura esplodere, facendo fuoriuscire questo vino spumante all'epoca sconosciuto, gli inglesi ne furono affascinati e nel contesto, i primi a berlo, fu poi Pasteur nel 1854, quando fu nominato professore di chimica a l'università di Lilla, a capire e scientificamente dimostrare, l'importanza ed il ruolo essenziale dei microrganismi ed in particolare del lievito nella fermentazione alcolica.


Dom Perignon in collaborazione con gli artigiani inglesi, si ingegnò a risolvere il problema delle esplosioni, rinforzando il vetro delle bottiglie ed inventando un tappo in sughero a forma di fungo rinforzandolo con delle gabbiette metalliche (tuttora in uso).
Da quel momento in poi anche gli altri produttori della zona incominciarono a produrre vino seguendo le indicazioni dell'abate ed i nuovi produttori contribuirono all'affinamento ed al miglioramento della tecnica di produzione dello Champagne, ad esempio il problema della formazione del deposito nelle bottiglie della cosiddetta "Feccia" durante la seconda fermentazione in cantina, fu risolto dai tecnici dell'azienda di Barbe Nicole Ponsardin, vedova Clicquot (la famosa Veuve Clicquot), ideando le "Pupitres"(strutture in legno a forma di V rovesciata, dotate di fori dove poter deporre le bottiglie e poter effettuare il "Remuage sur Pupitres", tecnica che consente di separare i lieviti dal vino, dando allo champagne la limpidezza che lo caratterizza.
Sicuramente una delle storie più affascinanti riguardanti il mondo del vino, che nei vari anni ha costruito varie leggende intorno a se, un vino unico al mondo ricco di cultura e fascino, da un perlage finissimo e ricco di sentori, adatto ad ogni occasione ma non per tutte le tasche (soprattutto quello delle Maison più famose), un vino che ci ha accompagnato in migliaia di film, occasioni importanti e sicuramente continuerà a sorprenderci e regalarci sensazioni uniche nel corso della vita.
In attesa di una completa recensione da parte mia di un buonissimo Champagne e chiaramente di un abbinamento musicale, per una magnifica degustazione sonora, auguro a tutti quanti Buon Champagne!!!


Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2024

  Abbiamo visitato, degustato e goduto di questa meravigliosa città in un viaggio nel 2018 con la nostra Associazione Culturale "Bacco ...