martedì 7 aprile 2020

Vino e Musica Classica Jazz abbinamenti

Ecco un bellissimo articolo di Fulvio Binetti, preso dal sito "Bintmusic.it", che merita di essere letto, parla del rapporto tra Musica e Vino ed il loro bellissimo binomio, leggetelo e fatemi sapere che cosa ne pensate qui sotto nei commenti.


Il rapporto tra vino e musica non è solo fatto di metafore. Scegliere gli abbinamenti giusti tra vini e note significa coinvolgere tutti i sensi. La differenza si sente e degusta ed è una vera filosofia del buon bere.
Gli abbinamenti tra vino e musica possono fare la differenza e non solo per le orecchie. Sorseggiare un buon bicchiere ascoltando i Rolling Stones o accompagnandoli a una fuga di Bach non è la stessa cosa. Il rapporto tra suoni e sapori è ampiamente dibattuto in ogni ambito enogastronomico perchè influisce su ciò che percepiamo in bocca.
Il rapporto tra vino e musica è spesso citato nella letteratura. Molti scrittori descrivono i vini con metafore musicali. Si parla di ritmo, colore, sottili armonie, vitalità, virtuosismo. Ma anche nelle persone comuni l’analogia tra queste esperienze percettive sembra naturale. Più che rispetto ad altre forme d’arte, suoni, strumenti e musica sono abbinati a gusto, aromi e sapori del vino. Viene quindi spontaneo chiedersi se esistono particolari abbinamenti tra vini e generi che in qualche modo sono compatibili o aiutano a bere meglio.
Ma prima di capire come abbinare la musica al vino, per non cadere nei clichè cè da capire più in generale come i sensi umani possano interagire tra loro.

Sinestesia ed esperienze sensoriali

Molti filosofi sono stati tentati dal confrontare le esperienze sensoriali che appartengono ad ambiti diversi. Quali relazioni o somiglianza hanno colori, gusti, sensazioni tattili, caldo e freddo? In questo ambito sono state fatte anche diverse ricerche sperimentali che hanno dato risultati abbastanza incontrovertibili.
Per esempio è appurato come la valutazione di un gusto amaro o dolce possa dipendere dal suono che ascoltiamo durante la degustazione di cibo o bevande. Gli psicologi chiamano sinestesia il fenomeno che vede la contaminazione di stimoli sensoriali e percettivi. Ci sono persone particolarmente sensibili in cui i sensi sembrano sovrapporsi. Ciò succede anche nella degustazione di cibi e bevande. Ma nelle persone comuni cosa cambia ascoltando una canzone piuttosto che un’altra?

Abbinamento vino e musica

Un giusto abbinamento tra vino e musica sarebbe innanzitutto in grado di modificare il gusto e la percezione di ciò che beviamo. Ci sono studi che mostrano come alcuni brani possano alterare la struttura dei vini e cambiare la percezione della gradazione alcolica che regala il piacere di un buon bicchiere. Altri esperimenti dimostrano come ascoltando una musica vivace o potente, anche il vino assuma quei contorni, così come caratteristiche dolci o morbide di un brano musicale finiscono in qualche modo nel bicchiere.
L’abbinamento tra vino e musica è anche una questione intima e filosofica. Su questa strada si sono mossi il vinaiolo francese Don Blackburn e successivamente il famoso enologo Clark Smith. Quest’ultimo è un produttore di successo di uve Pinot e Cabernet per marchi famosi in tutto il mondo. Oltre ad avere inserito importanti innovazioni nella filiera produttiva, è un acceso sostenitore dell’importanza di un adeguato sottofondo musicale nelle degustazioni. Dopo anni di studi effettuati direttamente sul campo, ha creato una lista di 150 melodie differenti da accostare ad altrettanti vini.

Vino e musica classica

Qual è il miglior abbinamento tra vino e musica? In questo caso i pareri sono discordanti. C’è chi dice sia sempre meglio la musica classica e chi il jazz. Per altri invece un buon Bordeaux del ’61 si accompagna perfettamente ad un sottofondo dei Metallica. Mentre per un Napa Valley Cabernet vale un quartetto di Mozart. In fondo non è così difficile. Alla fine vince sempre la qualità, ma nell’incertezza è meglio il silenzio. Perchè se si sbaglia il mal di testa è assicurato.
La wine music connection in ogni caso è diventata una vera scuola di pensiero. Se il primo a parlarne è stato il famoso produttore francese Don Blackburn, oggi tutti preferiamo ascoltare un determinato artista o genere con certe bottiglie. Probabilmente, più che il gusto, abbiniamo più facilmente il colore del vino ad un certo tipo di sottofondo musicale. Brani classici corrispondono a macchie di colore o forse, con una colonna sonora, amiamo semplicemente creare un ambiente emozionale che ci sembra più vicino a determinati vini.


Vino e musica in enoteca
Il rapporto tra vino e musica non è solo importante per gusto e sensi, ma anche per ciò che scegliamo di acquistare in enoteca o al ristorante. Nei locali bere ad alto volume fa aumentare la sete e la quantità di alcolici assunti. Ma il tipo di musica diffusa influisce anche sulle bottiglie che acquistiamo al ristorante o in enoteca. Lo dice uno studio pubblicato sul Journal of Applied Psychology e realizzato dal dipartimento di psicologia dell’Università di Leicester in un supermercato inglese. I clienti, ascoltando musica francese, tedesca o italiana, sono più propensi ad acquistare bottiglie di quella provenienza geografica.
Ristoranti ed enoteche che diffondono musica sanno sempre ciò che fanno. Il City Winery è un noto ristorante di New York che mette sullo stesso piano passione per vini, musica e arti culinarie. I responsabili affermano che cè una diretta correlazione tra genere suonato nei concerti e bottiglie francesi, italiane o californiane bevute dai clienti. Le band con una forza sonora maggiore stimolano invece la richiesta di vino bianco. Ma sempre nella grande mela il Charlie Bird suona hip hop. Come sempre non rimane che affidarsi al gusto personale.
(Articolo preso dal sito www.bintmusic.it) Di Fulvio Binetti

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