mercoledì 27 maggio 2020

Il Prosecco Rosé Doc


Tutti quanti conosciamo la bellezza paesaggistica delle colline di Conegliano Valdobbiadene nel nostro nord-est dell’Italia, da poco tempo eletta Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO, per il suo caratteristico paesaggio caratterizzato da dorsali collinari, ciglioni (piccoli vigneti su strette terrazze erbose), foreste, villaggi e coltivazioni.
Per secoli l'uomo ha modellato ed adattato questo territorio aspro, creando grazie alla tecnica dei ciglioni un particolare paesaggio a scacchiera, formato da filari di viti parallele e verticali rispetto alla pendenza, fino ad arrivare nel 19° secolo con la tecnica di coltivazione della vite chiamata "Bellussera" che prende il nome dagli omonimi inventori i fratelli Bellussi, per combattere la Peronosposa alla fine dell'800, che prevedeva una disposizione geometrica delle piante realizzata con pali di legno alti circa 4 metri, le cui sommità legate con fili di ferro si incrociano formando una raggiera, le viti si arrampicano sui pali e vengono fatte sviluppare seguendo i fili di ferro della struttura, formando un vigneto che da una veduta aerea, appare come un gigantesco alveare, un ricamo geometrico della natura che ha contribuito a comporre delle caratteristiche estetiche uniche al mondo.


L'uva prodotta da questi fantastici vigneti (esclusivamente vendemmiati a mano per la loro conformazione) si chiama Glera, un uva a bacca bianca da cui si produce il famosissimo Prosecco, un vino spumantizzato con il metodo Charmat (spumantizzazione controllata in autoclave a differenza del metodo classico che viene fatta in bottiglia), tra i più esportati e bevuti al mondo per la sua grande aromaticità e facilità di bevuta, adatto ad ogni occasione e per tutti i palati.
Nei giorni scorsi è stata approvata dal Comitato Nazionale Vini del Ministero delle Politiche Agricole, la proposta di modifica del disciplinare di produzione del Prosecco Doc (quello che può essere prodotto nella macro Doc che va da Padova, al comune di Prosecco in provincia di Trieste che si differenzia dalle due Docg di Conegliano Valdobbiadene e dei Monti Asolani), che introduce appunto la variante rosa nella famiglia.
Grazie alla modifica del disciplinare che prevedeva solo l'utilizzo del vitigno Glera (uva a bacca bianca) e fino ad un massimo del 15% di Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perrera e Glera lunga (sempre a bacca bianca), oggi viene introdotta la possibilità di utilizzare il Pinot Nero (uva a bacca rossa), il nome deciso dal Consorsio per il nuovo Vino è "Prosecco Spumante Rosé Millesimato", che potrà dunque contenere dal 10 al 15% di Pinot Nero vinificato in rosso.
Una decisione che va molto incontro alle tendenze di mercato, dove solo negli ultimi quattro anni le vendite in America sono salite del 320% e dopo le 480 milioni di bottiglie di prosecco Doc prodotte nel 2019, il Consorzio stima grazie all'introduzione nel mercato del rosé, un ulteriore slancio nei mercati mondiali in continua crescita verso questo trend.
Dal mio punto di vista si andrà forse a storpiare un poco quelle che sono le caratteristiche organolettiche di questa magnifica uva, certamente la percentuale di Pinot Nero darà un altro carattere al vino e l'aromaticità caratteristica della Glera non potrà esplodere in bocca in tutta la sua forza, ma questo lo potremo sapere solo quando avremo la possibilità di assaggiarlo alla prossima vendemmia a quanto pare, per ora sono solo opinioni di parte e chi lo sa, forse questo Rosè ci farà conoscere un nuovo mondo di profumi e sapori che ci faranno probabilmente innamorare di questa nuova versione.


Sicuramente non sarà una moda passeggera, ma conquisterà i mercati mondiali con molta voracità, visto le richieste del mercato in questo momento, alzando sicuramente l'asticella dell'eccellenza Italiana.
Appena avrò la possibilità di assaggiarlo farò una recensione più approfondita ed un abbinamento musicale adeguato alle sue caratteristiche organolettiche, nel frattempo non posso che augurarvi un buon Rosé a tutti quanti.

Il Vostro Sound Sommelier
Massimiliano Lami

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