A Firenze come in molte altre città della Toscana, sulle mura di parecchi palazzi del centro storico esistono alcune curiose aperture di piccole dimensioni usate per la vendita del vino direttamente in strada e chiamate le buchette del vino.
L'usanza di vendere vino direttamente dai palazzi nobiliari risale più o meno al XVI secolo quando gli stravolgimenti nei mercati europei portarono a una ridefinizione dei commerci internazionali e delle attività manifatturiere, che portò a un inesorabile declino di quelle attività che avevano reso Firenze ricca e potente durante il medioevo e il Rinascimento. In quel periodo le grandi famiglie aristocratiche iniziarono a convertire le proprie attività in terreni agricoli e latifondi, dalla rendita più stabile, dove venivano prodotti vari beni, tra i quali un posto preminente era legato proprio alla produzione vinicola.
Le buchette permettevano di vendere con discrezione il vino al minuto direttamente in strada, evitavano di ricorrere all'intermediazione degli osti e dovevano avere una clientela molto vasta, come dimostra la loro diffusione.
Altra utilizzazione di queste "buchette" riservata esclusivamente ai palazzi nobiliari, era quella di beneficenza. Infatti, si usava lasciare nel piccolo vano che, considerata la sua ridotta altezza da terra garantiva l'anonimato, cibo o una brocca di vino appunto per i più bisognosi.
Dal punto di vista architettonico le buchette aprivano su un vano al pian terreno del palazzo facilmente collegabile alla cantina, dove un servitore curava la vendita delle bottiglie del vino in determinate ore del giorno. Le aperture permettevano appena il passaggio di un fiasco e presentano quasi sempre una forma a porticina con un archetto superiore, spesso decorato da una cornice con punta a goccia, chiuso da una porticina in legno. Le eleganti cornici di pietra liscia o bugnata che gli conferivano un sobrio aspetto tanto da essere detti in antico "tabernacoli del vino".
Alcune buchette sono oggi murate, mentre altre riportano ancora lapidi che informano i clienti sugli orari di vendita stagionali. Le meglio conservate si trovano in via del Giglio e in via del Sole.
Nel corso del '600 le Buchette del Vino furono utilizzate a Firenze per acquistare vino durante l'epidemia della peste, che tra il 1629 e il 1633 mise in ginocchio l'Italia e l'Europa. I vinai della città, per evitare il contagio, vendevano il vino attraverso piccoli portelli scavati nei muri di cemento di cantine e negozi.
Come sono le buchette? Le piccole finestrelle del vino aprivano su un vano al pian terreno del palazzo facilmente collegabile alla cantina, dove un servitore curava la vendita delle bottiglie del vino in determinate ore del giorno.
Durante il lockdown alcuni esercenti fiorentini hanno ripreso questa antica e utile tradizione mettendo in funzione le antiche buchette del vino. I primi a riaprire le piccole finestrelle sono stati: la gelateria Vivoli in pieno centro a Firenze, Babae in via Santo Spirito, Osteria delle Brache in piazza Peruzzi, Il Latini in via dei Palchetti.
Ci sono più di 150 Buchette di Vino a Firenze e altre sparse in tutta Toscana e c'è un sito che le segnala tutte e ne racconta la storia si chiama Buchette del Vino e vi mostra l'elenco di tutte le finestrelle sparse per la Toscana.
(Le fonti dell’articolo provengono da Wikipedia e Zingarate.com)
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